Quando si effettua un'analisi XRF (Fluorescenza a raggi X), le dimensioni del campione sono fondamentali per ottenere risultati accurati.
5 punti chiave da considerare
1. Dimensioni standard del campione
Le dimensioni del campione per l'analisi XRF richiedono in genere una superficie di 32 mm o 40 mm di diametro.
2. Preparazione del campione per campioni solidi
Per i campioni solidi, il processo di preparazione prevede la macinazione del campione per ottenere una miscela omogenea.
La granulometria ottimale per l'analisi XRF è inferiore a 75 µm.
Questa granulometria fine garantisce una distribuzione uniforme del campione e l'assenza di vuoti tra i grani.
Il campione deve formare una superficie piatta e uniforme, fondamentale per un'analisi accurata.
3. Preparazione dei campioni liquidi
A differenza dei campioni solidi, i campioni liquidi non necessitano di macinazione.
Il metodo XRF può misurare direttamente i campioni liquidi senza convertirli in forma solida.
Questa misurazione diretta è possibile perché l'XRF non è sensibile allo stato di aggregazione.
4. Scelta del giusto metodo di preparazione del campione
La scelta del metodo di preparazione del campione dipende dal tipo di materiale da analizzare e dai requisiti specifici dell'analisi.
Ad esempio, un campione alimentare può richiedere solo 2-4 tonnellate di pressione durante la preparazione, mentre un minerale può richiedere fino a 40 tonnellate.
Nei casi in cui è necessaria una migliore omogeneizzazione, si utilizzano le microsfere fuse.
Questa tecnica prevede la miscelazione del campione macinato con un flusso e il riscaldamento ad alte temperature, anche se può diluire gli elementi in traccia e comprometterne la rilevazione.
5. Apparecchiature e dimensioni del campione
Le apparecchiature utilizzate per l'analisi XRF, come le matrici XRF, sono in genere in grado di accogliere campioni di 32 mm o 40 mm di diametro.
Queste dimensioni standard sono accettate dalla maggior parte degli spettrometri XRF.
Per i laboratori che necessitano di una maggiore produzione di campioni, sono disponibili sistemi automatizzati come la pressa APEX 400, che automatizzano la fase di espulsione dei pellet, migliorando l'efficienza e consentendo agli operatori di concentrarsi su altre attività.
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