L'intervallo di errore per le misure XRF (Fluorescenza a raggi X) dipende principalmente da diversi fattori, tra cui lo spessore del campione, le dimensioni del collimatore, il tipo di rivelatore utilizzato e la qualità della preparazione del campione. Lo spessore minimo di rilevamento per l'XRF è di circa 1 nm, al di sotto del quale i raggi X caratteristici si perdono nel rumore. L'intervallo massimo è di circa 50um, oltre il quale lo spessore del rivestimento si satura e non è possibile rilevare ulteriori cambiamenti.
Gamma di spessore:
La tecnologia XRF è in grado di rilevare spessori da 1nm a 50um. Al di sotto di 1 nm, i raggi X caratteristici non possono essere distinti dal segnale di rumore, il che porta a misurazioni non rilevabili. Al di sopra di 50um, lo spessore del rivestimento diventa troppo denso perché i raggi X provenienti dagli strati interni possano penetrare e raggiungere il rilevatore, dando luogo a un effetto di saturazione in cui non è possibile misurare ulteriori variazioni di spessore.Dimensioni del collimatore:
Il collimatore, un componente cruciale dell'analizzatore XRF, determina la dimensione del punto del fascio di raggi X. È essenziale che le dimensioni del collimatore corrispondano a quelle del campione da misurare. Se il collimatore è troppo grande, può includere la composizione dell'area circostante, compromettendo l'accuratezza della misura. Sono disponibili diversi collimatori per ottimizzare la precisione in base alle dimensioni del campione, ma la scelta deve anche considerare la divergenza del fascio che si verifica quando i raggi X passano attraverso il collimatore.
Selezione del rivelatore:
Gli strumenti XRF utilizzano contatori proporzionali o rivelatori a semiconduttore come i rivelatori a deriva di silicio (SDD). I contatori proporzionali sono riempiti di gas inerte che si ionizza al momento dell'esposizione ai raggi X, producendo un segnale proporzionale all'energia assorbita. Gli SDD, invece, utilizzano materiali semiconduttori che, esposti ai raggi X, generano una carica correlata alla composizione elementare del campione. La scelta del rivelatore dipende dalle esigenze specifiche dell'analisi; gli SDD sono spesso preferiti per la loro maggiore risoluzione e velocità.Preparazione del campione:
Una preparazione del campione di alta qualità è fondamentale per ridurre al minimo gli errori nell'analisi XRF. I metodi più comuni, come i pellet pressati, sono utilizzati per la loro efficienza ed economicità. Fattori come la corretta messa a fuoco del campione, l'allineamento del campione con il tubo a raggi X e il rivelatore e l'utilizzo di un substrato simile al pezzo da misurare sono fondamentali per ottenere risultati accurati. Un allineamento errato o una scelta sbagliata del substrato possono portare a errori significativi nell'analisi.