Il platino è altamente non reattivo grazie alla sua configurazione elettronica e alla sua posizione nella tavola periodica, che contribuiscono alla sua stabilità e resistenza alla corrosione. Questa mancanza di reattività è vantaggiosa in diverse applicazioni, in particolare nei processi catalitici e negli ambienti in cui la resistenza alle reazioni chimiche è fondamentale.
Configurazione elettronica e stabilità:
Il platino, un metallo di transizione, ha una serie completa di elettroni d nel suo guscio esterno, il che contribuisce alla sua stabilità. Questa configurazione rende meno probabile la partecipazione a reazioni chimiche, poiché non dona o accetta facilmente elettroni. L'orbitale d pieno significa anche che il platino non forma facilmente legami con altri elementi, rendendolo chimicamente inerte.Collocazione nella Tavola periodica:
Il platino fa parte dei metalli del gruppo del platino (PGM), che comprendono anche iridio, osmio, palladio e rodio. Questi metalli si trovano nella parte centrale della tavola periodica, nel blocco d. La posizione dei MGP nella tavola periodica è associata ai loro elevati punti di fusione, densità e resistenza alle reazioni chimiche. Questa posizione è indicativa di metalli meno reattivi grazie ai loro orbitali d pieni e alle configurazioni elettroniche stabili.
Resistenza alla corrosione:
L'inattività del platino è evidente anche nella sua resistenza alla corrosione. Non si scioglie nella maggior parte degli acidi, compresi l'acido nitrico e l'acido cloridrico, a meno che non vengano mescolati per formare l'acqua regia, che può sciogliere il platino. Questa resistenza alla corrosione è il risultato diretto della sua struttura elettronica stabile, che impedisce al metallo di essere ossidato o ridotto facilmente.Applicazioni nella catalisi e nell'elettronica:
L'inattività del platino è particolarmente vantaggiosa nel suo uso come catalizzatore, dove può facilitare le reazioni chimiche senza essere consumato da esse. Nelle marmitte catalitiche, ad esempio, il platino favorisce la conversione di gas nocivi in sostanze meno dannose. Analogamente, in elettronica, la stabilità del platino alle alte temperature lo rende adatto all'uso negli elettrodi e nei contatti elettrici.